La Consap ha inviato al Dipartimento della Funzione Pubblica, una missiva urgente con richiesta di incontro con il ministro d.ssa Fabiana Dadone, per sollecitare chiarimenti in merito ai permessi aggiuntivi in ambito legge 104, varati dal governo nelle misure economiche per il sostegno ai lavoratori nell’emergenza sanitaria.
Permessi aggiuntivi legge 104/92, poliziotti esclusi? La Consap chiede incontro con il ministro Dadone
A seguito di numerose segnalazioni di lunghe attese, per la definizione dell’importo pensionistico da accreditare al personale collocato in quiescenza, la Consap ha scritto al Capo della Polizia per evidenziare la problematica e segnalare una disparità con gli omologhi militari che effettuano il conteggio in maniera autonoma alleggerendo la pratica Inps e abbattendo i tempi di attesa.
Diritti sempre tutelati con la Consap per chi e in servizio e chi va in quiescenza.

Editoriale del Segretario Nazionale Angelino Montresor responsabile dell’osservatorio Consap pattuglianti
Cari colleghi e colleghe, con negli occhi ancora le immagini dell’eroico gesto del nostro dirigente sindacale ad Aversa mi sale una sana rabbia che spinge a chiedersi se tanto attaccamento alla funzione abbia poi un giusto riconoscimento.
Un paese civile esprime il suo plauso in due momenti, dapprima esaltando mediaticamente le azioni rischiose al servizio della collettività e poi riconoscendogli dignità economica.
Tutti voi avete constatato quanto sotto silenzio sia passato sui media nazionali il fatto che un nostro collega libero dal servizio di sia fatto sparare per sventare un reato, quindi ne deduciamo che l’opinione pubblica e chi la orienta, non sia molto dalla nostra parte, questo è un fatto.
Una cosa che ci rattrista ma con la quale possiamo convivere, quello che invece ci fa arrabbiare è che questo spirito di servizio sia tenuto in scarsa considerazione dal cosiddetto potere costituito. Se così non fosse noi della Consap non saremmo costretti a batterci per sollecitare maggiori riconoscimenti a chi fra di noi scende in prima linea e combatte sul campo, chiedendo che, agli operatori del controllo del territorio e fra di loro quelli quelli impegnati nei turni serali e notturni, sia riconosciuto un benefit maggiore in fase di distribuzione del fondo produttività.
Questa battaglia ci vedrà sempre in prima linea anche da soli, ma c’è una guerra che vincere da soli non si può, quella per un adeguamento delle indennità a maggior rischio e sacrificio, che va combattuta tutti insieme in sede di trattativa contrattuale.
La “mancetta” di quattro euro a turno per i servizi esterni è una vergogna che va cancellata, così come vanno aumentati gli importi delle indennità di servizio notturno e festivo per non parlare degli straordinari, tutti elementi questi che vanno rinnovati nel valore, che non si declina solo come incentivo economico, ma come motivazione premiante. La dignità professionale passa anche, per la motivazione economica, intesa come il segnale che la società civile apprezza lo sforzo fatto per preservare la legalità.

Editoriale del Presidente Nazionale Patrizio Del Bon
Mentre una parte del dibattito politico del paese si sviluppa sull’opportunità di riaprire il campionato di calcio (solo a la serie A? e le altre categorie?) ed i primi segnali di attenzione arrivano con l’autorizzazione alla ripresa degli allenamenti, gli appartenenti alle forze dell’ordine sono costretti a domandarsi a quale categoria appartengano.
Infatti nell’elaborazione del recente provvedimento di rinnovo delle misure di emergenza, volte a salvaguardare le esigenze del mondo attivo del lavoro con le accresciute criticità rappresentate dalle difficoltà familiari in un momento cosa difficile, il governo non ha avuto modo di cassare la disposizione che consente “per esigenze di servizio” la possibilità del diniego dell’incremento di 12 giorni agli appartenenti al comparto sicurezza dei permessi per l’assistenza ai familiari disabili per i mesi di maggio e giugno 2020.
E’ di tutta evidenza che questa scelta non può addebitarsi ad una semplice distrazione, ma pare dettata da un’atavica disattenzione alle esigenze delle donne e degli uomini in divisa nella loro dimensione privata di cittadini uguali agli altri, ed, in teoria, con gli stessi diritti .
In questo modo si vanifica lo sforzo che da anni fanno gli appartenenti alla nostra comunità di sentirsi una parte integrante della società e non una ridotta cerchia di “sfigati” con regole e consuetudini diverse.
Ci sembra paradossale che, dopo aver dato il nostro consueto e puntuale contributo nel momento dell’emergenza, dover gridare per riaffermare i nostri diritti, in una vicenda che palesa una evidente disparità di trattamento con il mondo dei “normali”.
Sugli effetti e sulle decisioni che modelleranno il futuro della nostra società , questi mesi di emergenza hanno alimentato negli italiani, noi compresi, il sano desiderio di intervento della politica sugli squilibri dell’organizzazione del nostro strato e sulla iniqua distribuzione dei diritti fra le varie anime dello società .
Ci aspettiamo un pronto intervento di modifica che ripristini il principio di uguaglianza, ma se questi sono i segnali di attenzione che ci vengono lanciati, siamo consapevoli che la strada per raggiungere un miglioramento del sistema sarà in salita e forse bisognerà chiudere la stagione della concordia a tutti i costi, rivendicando il ruolo che ci compete.
Poliziotto gravemente ferito, la Consap chiede più controllo del territorio ed aumento dell’indennità esterna
È stato operato ed è fuori pericolo il collega della Polfer e dirigente sindacale della Consap che stamattina, libero dal servizio e intervenuto per sventare una rapina ad Aversa,
La Consap con un comunicato stampa ripreso dall”adnkronos ha chiesto forti assunzioni di responsabilità da parte del governo e dell’amministrazione potenziando il controllo del territorio e aumentando l’indennità di servizio esterno che oggi e di miseri 4 euro per turno.

La Consap ha scritto al direttore de il giornale dopo una frase poco felice di un suo editoriale scritto da lui e pubblicato il 5 maggio.
Ci aspetteremo una pubblicazione della lettera che alleghiamo ma non dimentichiamo che l’Italia è al 41 mo posto per la libertà di stampa e questo non potrà non avere ricadute sulla possibilità di vedere pubblicata la nostra risposta, ma chissà…

La Segreteria Generale ha scritto al Dipartimento della P.S. per lamentare un’ennesima discriminazione in danno del personale appartenente al ruolo tecnico di Polizia, è stato segnalato il caso del prospetto di programmazione dei servizi del Reparto Mobile di Reggio Calabria che non tenendo conto della scala gerarchica inserisci i nominativi dei personale tecnico, spesso senza tenere conto del grado degli stessi.

Arrestati i complici dei banditi che hanno ucciso il collega a Napoli: bravi i poliziotti..e riparte il teatrino della politica inconcludente
EDITORIALE DEL SEGRETARIO GENERALE NAZIONALE CESARIO BORTONE
In Italia troppi politici sono bravissimi a seguire e poi manipolare il gradimento di cui gode la Polizia di Stato, che nella popolazione e da sempre ai primi posti e che oggi, con il grave lutto che ci ha colpiti continua a crescere. Assistiamo in queste ore a dichiarazioni di vicinanza, di solidarietà di incondizionato sostegno da parte di chi è sempre pronto a cavalcare il sentimento popolare al fine di manipolarlo in chiave di consenso elettorale senza mai produrre alcunché di concreto in termini legislativi e men che meno contrattuali.
In questi frangenti si cavalca principalmente il sentimento di frustrazione che più o meno hanno tutte le categorie sociali contro uno stato e le sue istituzioni. Una frustrazione che in questo particolare momento storico sta superando il punto di ebollizione; chi si lamenta per i troppi divieti, chi per i troppi reati, chi di troppo garantismo anche nelle carceri e chi di troppo giustizialismo.
Abbiamo assistito in questi ultimi due mesi a cruente proteste sfociate in vere e proprie rivolte di detenuti a causa dei presunti e potenziali pericoli di contagio nelle carceri. Alcuni politici e i rappresentanti dei lavoratori dei poliziotti anche noi della Consap, hanno però, dal canto loro evidenziato un’eccessiva libertà di movimento dei detenuti e la facile sopraffazione degli stessi sui poliziotti penitenziari. Abbiamo ancora tutti davanti agli occhi le rivolte nelle carceri italiane, con violenze e sequestri di poliziotti penitenziari ad opera dei detenuti e l’evasione di molti di essi che ha fatto preoccupare anche i fautori del carcere come reinserimento sociale e i tanti benpensanti. Passata la paura, solo grazie al sacrificio ed al senso del dovere dei poliziotti, si e tornati a registrare commenti e dichiarazioni che cavalcano l’indignazione popolare, poche settimane e la questione si è ribaltata, non più evasioni ma scarcerazioni di pericolosi banditi e mafiosi di caratura internazionale, assassini della peggior specie. Allora altra indignazione popolare, altra levata di scudi di politici a cavallo, cioè che hanno indubbie capacità di cavalcare l’indignazione popolare, la rabbia e la protesta per avere un minimo di visibilità mediatica senza far seguire nulla di concreto in termini di modifiche legislative, regolamenti e provvedimenti di alcun genere.
L’altro giorno poi è toccato alla Polizia, c’è stata la tragica morte del collega a Napoli e il ferimento di un altro che a bordo dell’auto di servizio erano venuti in collisione con un’auto di criminali incalliti che inseguivano. Altra indignazione popolare, altra rabbia , altra denuncia come la nostra della Consap che accanto al dolore e la commozione per la perdita della vita del collega e la vicinanza ai familiari ha rappresentato duramente, cercando di non essere accusata di razzismo la problematica dei rom e dei campi rom ove è risaputo che in molti di essi vige una illegalità diffusa a cominciare dai minimi obblighi di pagamento per i servizi di cui godono, evasione dei pagamenti dei semplici tributi, utenze, tasse ecc a finire con una innumerevole lista di reati penali che non intendo elencarli per un sentimento di pudore che mi assale nel menzionarli… Possiamo anche dire che non tutti i nomadi delinquono, ma è indubbio che chi, fra di loro, non delinque direttamente di certo non denuncia e non collabora. Poi ci sono i nostri politici che dopo il classico dolore che sa di circostanza una volta passata l’emozione dei funerali di stato, per qualche giorno chiederanno il massimo rigore con soggiorno eterno nelle nostre carceri e poi con la stessa verve ci diranno che quelle stesse carceri sono troppo piene ed allora di nuovo scarcerazioni per tutti, lo sappiamo perché lo abbiamo già visto, e lo paghiamo sulla nostra pelle, che non faranno nulla di concreto per restringere il margine di tollerabilità a questa illegalità diffusa? Ad maiora fino al prossimo morto?