Nessun rispetto. Neanche per la morte. Il cadavere di Diego Turra era ancora caldo, quando sui muri di Genova sono comparse scritte che insultavano lui e la Polizia: «Meno arresti e più arresti cardiaci», recitava una di queste vergata su una fiancata del palazzo che è sede dell’Agenzia delle Dogane nel capoluogo ligure. Un’altra era riferita direttamente al sovrintendente capo della Ps stroncato da un infarto mentre si preparava a partecipare agli scontri con i «No borders» giunti da varie parti d’Italia e d’Europa per impedire lo sgombero dei migranti ammassati al confine di Ventimiglia sperando di poter passare la frontiera e andare in Francia.
Ieri quattro degli autori delle scritte contro il poliziotto in servizio al Reparto Mobile sono stati identificati e denunciati dalla Digos genovese. Sono tutti noti «antagonisti» con precedenti per incidenti di piazza, aderenti alla rete dei «No borders» e presenti alle varie iniziative organizzate dal movimento a Ventimiglia. Tra loro c’è anche il figlio del direttore della Caritas Ambrosiana.
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