La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, dopo l’omicidio per vendetta di ieri a Vasto, condanna la giustizia fai da te, anche se: “La tragedia di Vasto è la certificazione del fallimento di sistema giudiziario che è stato criticato dagli stessi Capo Procuratori della Repubblica anche nelle recenti aperture dell’anno accademico per le sue potenzialità criminogene”. “Come poliziotti non entriamo nel merito della vicenda – afferma il Segretario Nazionale della Consap Stefano Spagnoli – però crediamo che ci si debba cominciare seriamente a domandare chi ha armato la mano del “marito distrutto” Fabio Di Lello, per interrogarci poi sui disastri di leggi spesso paradossalmente tanto dure quanto inefficaci e di iter giudiziari che non riescono quasi mai compensare le vittime, condannate, esse si, all’ergastolo del dolore o a quello della paura”.La vendetta di Vasto poi pone l’accento sul reato di omicidio stradale, una legge lungamente attesa ma che il Governo non riesce ad usare come deterrente: norme indiscriminatamente punitive, che però non hanno prodotto nel cittadino quel sano timore che induce al rispetto delle regole, forse qualche bambino in bicicletta che ci parla dall’aldilà in tv in meno e qualche dimostrazione di cosa vuol dire essere condannato a diciotto anni di galera, avrebbe spinto il 22 enne a notare quel semaforo rosso che gli è costato la vita.
La Consap poi lancia la sua provocazione: “Il marito che si vendica, sparando ed uccidendo, non è molto diverso dal padrone di casa che si arma e spara al ladro, fenomeni che, come poliziotti condanniamo senza incertezze, ma che rappresentano la risposta ad un vuoto di giustizia, intendendo non le toghe, ma la capacità delle nostre regole di ridare fiducia e speranza alle vittime; non di meno agisce anche da sprone sul criminale straniero che punta sull’Italia per commettere le sue nefandezze, picchiare vittime innocenti magari anziane e sole, forte di un’impunità di fatto che c’è in Italia e non esiste nei loro paesi”.
Come operatori della sicurezza, sappiamo che esiste una linea morale e civica che impedisce ad un cittadino onesto di trasformarsi in criminale – conclude Spagnoli – a meno che la sua sensazione di ingiustizia non superi la soglia critica, il compito delle Forze dell’ordine, della legge e della Magistratura, in un paese civile è proprio questo, evitare che si raggiunga questa soglia”.
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