La Consap e altre due organizzazioni sindacali della Polizia di Stato, con un comunicato congiunto diffuso ieri hanno criticato la mancanza di chiarezza da parte del Governo sulle risorse contrattuali sia in tema di aumenti stipendiali e di miglioramento dell’efficienza dell’apparato.
Contratto slitta di 24 ore l’incontro con il Governo, ma le risorse ad oggi appaiono inadeguate
Ultimora: Contratto triennio 2016/2018 nuovo appuntamento al Dipartimento della Funzione Pubblica
Pubblichiamo la rassegna stampa del mese di dicembre con tutti gli spazi dedicati alla nostra organizzazione sindacale dalle agenzie di stampa, dai quotidiani nazionali e dalle testate di informazione sul web.
ROMA VIOLENTA, CONSAP: QUELLO CHE UNA VOLTA ERA SOLTANTO UN ALTISONANTE PUBBLICISTICO TITOLO DI UN FILM DEL 1975, OGGI È UNA PREOCCUPANTE REALTÀ
(AGENPARL) – Roma, 04 gennaio 2018 – “Nelle ultime quarantotto ore la città di Roma, e con essa i suoi i suoi abitanti, è stata offesa, calpestata, umiliata da tre gravissimi fatti di cronaca nera – Dichiara la Consap, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato –
I protagonisti per l’ennesima volta sono tre irregolari: il primo fatto si è verificato all’interno di un grande nosocomio romano dove un somalo, dopo essersi travisato da infermiere, ha tentato di violentare una partoriente; l’altro episodio si è registrato all’interno di un parco pubblico pieno di bimbi che giocavano dove un uomo, originario del Bangladesh, dopo essersi abbassato i pantaloni ha aggredito una ragazza nel tentativo, fortunatamente non riuscito grazie alla prontezza della vittima, di violentarla.
L’ultimo, soltanto per ordine di tempo ma non per gravità, è avvenuto all’interno della stazione termini dove un tunisino ha molestato pesantemente una donna che era in attesa della metro infilandole le mani sotto la gonna.
Tre luoghi – Dichiara Stefano Spagnoli, segretario nazionale della Consap – che nell’immaginario collettivo e per senso comune dovrebbero rappresentare non diciamo l’icona del vivere monastico, ma almeno della tranquillità (se uno non si sente sicuro e protetto in un ospedale, dove altro potrebbe esserlo?!).
E Roma non è l’unica città quotidianamente calpestata, violentata ed umiliata da criminali senza scrupoli e senza rispetto per l’essere umano.
Tutti i giorni, nessuno escluso, la cronaca ci racconta di atti delinquenziali efferati ed ignobili che vengono consumati in tutto il Paese; basti ricordare la povera ottantaquattrenne uccisa qualche giorno fa in provincia di Bari, probabilmente perché usata come scudo, da un pregiudicato, per difendersi da un agguato.
È fin troppo evidente che la responsabilità di tutto ciò – Continua Spagnoli – è di chi ha pervicacemente perseguito, “curato” e “gestito” (male) a scapito dei cittadini, politiche rivelatesi totalmente fallimentari sul piano stesso della sicurezza.
Sono anni che, come Sindacato di Polizia, denunciamo la debacle della sicurezza e della giustizia in Italia dove ormai vige la legge del più forte o di chi non ha nulla da perdere, come sono coloro che, autorizzati da una politica buonista ed affarista, vivono “legittimamente irregolari” nel nostro paese.
Tutto ciò al netto del grande, grandissimo sforzo quotidiano delle forze dell’ordine – continua Spagnoli – che quando arrestano qualcuno vedono poi, nella stragrande maggioranza delle volte, vanificato il loro lavoro nelle 24 ore successive per scarcerazioni facili dovute alle maglie larghe della nostra giustizia e ad alcuni magistrati che, al caldo di un termosifone o al fresco di un condizionatore, si preoccupano più di verificare se le manette sono state strette troppo ai polsi dell’arrestato piuttosto che del grave reato che ha commesso il delinquente.
Diciamolo forte e chiaro una volta per tutte – conclude il segretario nazionale – qui sono saltate le regole basilari della convivenza civile e la sicurezza dei cittadini ha subito un processo di forte destrutturazione.
E’ assolutamente indispensabile ed urgente, quindi, che la politica cambi passo in tema di sicurezza e giustizia prima che sia troppo tardi, abbandonando quel concetto deleterio di buonismo e rendendo invece le attività di Polizia Giudiziaria realmente propedeutiche ad una successiva giustizia severa e soprattutto efficace nella certezza della pena.
Un Contratto senza soldi; Consap siamo sconcertati proposta insufficiente che aumenta la demotivazione fra il personale
In atto presso il Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione la programmata riunione per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Comparto Sicurezza e Difesa.
Presenti per la parte Pubblica i Ministri Madia, Minniti, Pinotti e Padoan ; il Sottosegretario Rughetti ed altri rappresentanti di Governo.
Presenti altresi’ il Capo della Polizia , il Comandante dell’Arma dei Carabinieri e numerosi altri rappresentanti pubblici. Per la CONSAP il Presidente Nazionale Mauro Pantano.
Dopo i saluti dei Ministri presenti, il Sottosegretario alla Funzione Pubblica Rughetti comunica che oltre alle somme stanziate che comportano un aumento lordo mensile di 85 euro medi lordi pro capite, sono previsti nella legge di Stabilita, in fase conclusiva di approvazione altri 150 milioni di euro che comportano l’incremento medio lordo pro capite a 102 euro.
Il Presidente CONSAP, ha definito “passerella” la convocazione fatta nel trascorso mese di luglio, fatta peraltro male, senza soldi e senza Ministri.
Ora, ha sostenuto nell’intervento, Ministri tanti ma soldi pochi!!!
La perdita secca maturata in un decennio di deriva , non è minimamente compensata dagli stanziamenti appostati dal Governo. La tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica che in ogni Stato democratico rappresenta una priorità a garanzia del l’armonica convivenza sociale è divenuta una “missione” sempre più difficile, sopratutto a causa della crisi che ha attanagliato per molti anni il nostro Paese. Un’immigrazione imponente, il terrorismo internazionale al cospetto di una polizia vecchia e malandata.
Fare un buon contratto significa trovare l’incontro di due volontà attraverso adeguati stanziamenti, altrimenti si parla di atto unilaterale. Il CCNL può rappresentare un momento rigenerativo per una categoria sempre più afflitta da oneri e sempre meno destinataria di onori.
Un buon contratto ridetermina , motiva e rigenera. Un cattivo contratto demotiva ed abbatte efficienza e produttività.
Noi ci siamo sempre stati e sempre ci saremo, anche a costi elevatissimi in termini di sacrificio, ma chiediamo i giusti riconoscimenti economici. Ora che abbiamo i numeri possiamo certamente sostenere che c’è un difettivo importante rispetto alla perdita secca patita nel potere di acquisto dalle retribuzioni. Non sarà certo un contratto condiviso ma un contratto subito. Più che di un contratto possiamo parlare di atto unilaterale. Poco possiamo fare per aumentare decorosamente retribuzioni e rivalutare adeguatamente straordinari, buono pasto ed indennità.
La nostra collera è elevata.
Leggi online, scarica e diffondi il settimanale Consap Informa n. 45 del 23 dicembre edito dalla Segreteria Nazionale.
Contratto triennio 2016/2018, la Consap convocata dal governo (nell’immagine una foto ormai storica, l’ultima firma risale a nove anni fa)
E’ finalmente arrivata la tanta attesa convocazione del Dipartimento delle Funzione Pubblica per l’avvio delle procedure negoziali per il contratto di lavoro del Comparto Sicurezza e Difesa per il triennio 2019/2018.
Ieri, 22 dicembre, una delegazione della nostra organizzazione sindacale guidata dal presidente Nazionale Mauro Pantano ha preso parte alle ore 12 a Palazzo Vidoni all’incontro con la controparte governativa.
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale il congelamento delle buste paga operato dal quarto Governo Berlusconi nel 2010, ma senza prevedere la retroattività stipendiale, che era stata stimata in 35 miliardi, e che avrebbe arrecato dissesti alla finanza pubblica, finalmente si torna a parlare di rinnovo contrattuale. Parlare sembra essere il termine giusto visto che anche in questo caso i fondi messi sul piatto della bilancia di un governo dimissionario sono esigui e comunque assolutamente inadeguati a compensare otto anni di mancati rinnovi.
Privilegi pensionistici alle Forze Armate, La Consap scrive al Capo della Polizia ed al Ministro Minniti, estensione immediata del beneficio anche alle Forze di Polizia ad ordinamento civile.
La Segreteria Nazionale della Consap ha posto in essere una serie di azioni sindacali per chiedere l’estensione del beneficio pensionistico già riconosciuto ai militari, che in forza di un recente decreto Pinotti andranno in pensione prima dei poliziotti e con un assegno più sostanzioso. Di seguito il testo della lettera inviata al Ministro dell’Interno Minniti dopo una prima evasiva e meramente dilatoria risposta del Dipartimento della Pubblica Sicurezza alla prima lettera inviata al Capo della Polizia….
Ill.mo Signor Ministro,
riteniamo doveroso, in qualità di sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, sottoporre alla sua autorevole attenzione la discriminazione determinatasi recentissimamente in tema di quiescenza fra le Forze di Polizia ad ordinamento militare e le Forze di Polizia ad ordinamento civile, in danno di quest’ultime.
Tutto nasce dall’emanazione di una circolare del Ministero della Difesa, precisamente in data 27 ottobre u.s., che facendo riferimento al decreto legislativo del 29 Maggio 2017, n. 94, riguardante l’esercizio dell’opzione dell’incremento del montante individuale dei contributi ai fini del computo della pensione, in alternativa al collocamento in ausiliaria, consente al personale militare di optare (su base volontaria) per l’istituto del “moltiplicatore”. Ciò può avvenire in seguito alle modifiche all’art. 3 – comma 7 del decreto legislativo 30 Aprile 1997, n.165 operate dal richiamato decreto Legislativo n.94/2017.
Questa disposizione ministeriale della Difesa, a nostro parere, ci pone di fronte ad una lesione grave del principio di: “uguaglianza , buon andamento e imparzialità della P.A.” sancito nell’art. 97 della nostra carta costituzionale.
In sostanza questa norma andrebbe a vanificare il ruolo compensativo che era stato introdotto con l’istituto del “moltiplicatore” ad esclusivo appannaggio delle Forze di Polizia ad ordinamento civile a fronte dell’istituto dell’ “ausiliaria” riconosciuto solo alle Forze Armate, affievolendo così le disparita di trattamento a parità di funzione.
Infatti l’opzione facoltativa, adesso riconosciuta alle Forze Armate, di poter fruire del “moltiplicatore”, consente al personale militare di poter andare in pensione prima del limite di età rispetto al personale delle Forze di Polizia ad ordinamento civile e godere, nel contempo, di un regime pensionistico complessivo più vantaggioso rispetto agli omologhi ad ordinamento civile.
A nostro parere, in una fase in cui la materia pensionistica sta assumendo caratteri di allarme sociale per i rischi di innalzamento del’età e di un assegno sempre meno consistente a livello economico a causa delle riforma, questa disparità di trattamento racchiude elementi di destabilizzazione e sconcerto in seno alle Forze di Polizia ad ordinamento civile.
Per le ragioni di cui sopra, confidando nella sua dimostrata sensibilità ed attenzione verso le tematiche della sicurezza, Le chiediamo, Signor Ministro dell’Interno, di valutare l’estensione del beneficio anche a tutto il personale delle Forze di Polizia ad ordinamento civile, per sanare la palese disparità di trattamento che potrebbe avere ricadute negative sulla motivazione del detto personale.
Confidando in una benevola accoglienza della nostra motivata istanza e restando in attesa di un cortese cenno di riscontro, porgiamo distinti saluti.
Leggi online, scarica e diffondi il settimanale Consap Informa n. 44 del 17 dicembre edito dalla Segreteria Nazionale.