– il pensionato percepiva una pensione che era una percentuale – circa l’80% – dello stipendio, quindi, svincolata dai contributi versati dal singolo pensionato nel corso della sua vita lavorativa;
– i lavoratori in servizio con i loro contributi pagavano le pensioni ai pensionati (con la speranza che un giorno, i lavoratori futuri avrebbero pagato le loro pensioni. Le pensioni dunque erano calcolate tenendo conto della retribuzione del pensionando e quindi il sistema di calcolo prende il nome di sistema retributivo.
– il pensionato aveva un’aspettativa di vita minore (quindi meno anni di pensione);
– indice di natalità più alto, più giovani, rapporto giovani/anziani più alto;
– tasso di occupazione più alto.
- I “padri” sono i lavoratori che al 31-12-1995 avevano più di 18 anni di contributi: ad essi continuano ad applicarsi le vecchie regole del calcolo retributivo e del sistema a ripartizione.
- I “figli” sono coloro che a quella data hanno meno di 18 anni di contribuzione: ad essi si applicherà un sistema cosiddetto “misto”, retributivo fino al 31-12-1995, contributivo per gli anni successivi.
- I “nipoti” sono coloro che iniziano a lavorare a partire dal 1/1/1996: ad essi si applica il sistema contributivo puro, la loro pensione sarà strettamente legata all’entità dei contributi versati e dunque agli anni di contribuzione.