Il sottile equilibrio fra l’allarmismo e la tutela della salute: la Consap aveva ragione, sospeso il vaccino Astrazeneca
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, il dettato della Costituzione Italiana per chi si muove “sub lege libertas” deve essere un faro, una guida, tanto di più in chi ha scelto la legalità come principio di vita e professionale.
Questo sta alla base della scelta della Consap di denunciare immediatamente le troppe ombre che si addensavano sul vaccino che era stato scelto dal Governo per immunizzare donne ed uomini della Polizia di Stato.
Lo abbiamo fatto con un alto senso dell’istituzione chiedendo all’organismo sanitario di riferimento, la Direzione Centrale di Sanità, di non sottovalutare gli allarmi: il vaccino Astrazeneca fin dal momento della sua approvazione era circondato da un alone di scetticismo che non aveva colpito gli omologhi vaccini di Pfizer e Moderna.
La Consap aveva cosi dato voce a chi consapevolmente e per scelta volontaria si sottoponeva all’inoculazione nella speranza di poter servire al meglio i cittadini e difendere la sicurezza.
Certo che poi davanti ai primi morti, fra i quali anche un poliziotto di Catania, era necessario, se non ineludibile, farsi domande e pretendere quelle risposte, che il 15 marzo sono arrivate con uno stringato comunicato dell’Agenzia Italiana del Farmaco che ha sospeso l’utilizzo del vaccino Astrazeneca in tutto il territorio nazionale, anche se in ritardo rispetto ad altri paesi e gettando nel più totale sconforto chi, con scelta volontaria, aveva già fatto la prima dose e che tra qualche settimana avrebbe dovuto fare la seconda.
Le poche righe dell’Aifa la sbattiamo in faccia, ma senza alcuna soddisfazione, a chi ci aveva accusato di allarmismo, noi abbiamo solamente fatto ciò che andava fatto tutelare la salute di uno dei servizi essenziali di questo Paese: uomini e donne delle Forze di Polizia.